Luce che mi lava gli occhi/
quest’abbandono mi prende l’anima/
mi cuce addosso/
ogni frammento della mia stessa pelle/
la ricompatta in immobilità d’istanti/
Ritornano voci fruscii/
dietro la porta del mio lento andare/
Ad occhi chiusi mi sento immergere/
profondità d’acqua io stessa/
Tocco il fondo senza oscurarmi/
Fulmine risalgo d’impeto/
attraversando l’aria/
per riposare/
umile erba/
nel caldo sottobasco della mia stessa vita/.
***
i.p.
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